giovedì 21 giugno 2007

A un passo dall'Anima, il mio ... "primo"

Ebbene sì, il mio primo romanzo sarà sulle librerie di tutta Italia.
Non sono solo qui a fare becera propaganda (anche se la faccio, la faccio) alla mia opera, sono qui per raccontarvi le disavventure che ho avuto per trovare un Editore. Mi permetto inoltre, di regalare quei pochi umili consigli a chi, come me, ha fatto una ragione della propria vita lo scrivere ma che si aggira ancora tra le monocromatiche pareti dell’anonimato.

Dovete sapere che in Italia, dove mediamente si legge molto poco (c.ca 2,7 anno pro capite), uno come me, cioè un Mr. Nessuno che ha finito il suo primo romanzo, cercare un editore è una missione, un lavoro, un’attività snervante e demoralizzante.

Perché? Perché l’aspetto commerciale è deflagrante: le case editrici, spendono volentieri su scrittori consolidati (ma anche con un numero non elevatissimo di copie vendute) ma poco, anzi pochissimo, su bravi e giovani esordienti ma che non sono nessuno.

Questo ha l’effetto di boomerang e cioè, i premi li vincono sempre i soliti, gli autori che si vendono sono sempre i soliti e questo fa sì che il panorama italiano dell’editoria, regala pochi spazi alle “penne emergenti”. Forse anche a giusta ragione, medio io, considerando che si vende poco, è meglio investire su firme anche di medio calibro e fare affidamento alle migliaia di fan che lo scrittore, comunque, si porta dietro e che equivalgono ad altrettante copie vendute.

Per chi ha questo genere di velleità, come quasi tutti i bloggers, consiglio caldamente di dotarsi di due grandissimi coglioni, una grande pazienza e non mollare MAI!.

Io ho collezionato un numero infinito di risposte negative dalle case editrici più impensabili in Italia capendo anche che il manoscritto, da me rilegato a mano con cura maniacale, andava a finire, il più delle volte, non sulle scrivanie giuste ma nei cestini della carta straccia “giusti”.

Cosucce di fondamentale importanza sono: Scrivere una bella storia possibilmente con un italiano corrente e corretto (quei pochi che leggono non sono dei pirla e capiscono immediatamente se dietro al romanzo c’è una zucca piena o una zucca vuota) e avere una ventina di amici.

In questo caso gli amici servono non solo per le bisbocce e le serate in pizzeria ma diventano di fondamentale importanza, quando gli fai leggere il tuo manoscritto.

Glielo rifili tra le mani e, mentre lui ti guarda con occhi da cocker che dicono “ ... Non dirmi che è un romanzo!?!?...”, gli fai una dedica per addolcire la pillola.

Dopo un mesetto lo richiami (se non l’ha già fatto lui) e gli chiedi facendo finta di niente: “ Allora come ti è sembrata la “cosa” che ti ho lasciato da leggere?”.

Stiamo attenti alle risposte e poniamo attenzione meticolosa alle parole che riceviamo: contengono delle verità. Dopo aver ascoltato i giudizi delle tue amiche cavie, puoi fartene un quadro più generale dell’opera che hai così faticosamente messo in piedi.

Le mie cavie, hanno dato tutti (chi più chi meno) giudizi positivi sul mio romanzo e, questo, mi ha dato la forza di continuare a rompere le palle in giro fino a quando non sono riuscito a trovare un editore che credeva al progetto.

Vi consiglio vivamente di stare alla larga da quelle case editrici che chiedono dei denari (contributo!) per stampare il tuo romanzo. Solitamente, ma non sempre, sono bufale e ... sì stampano il libro ma prima che arrivi alle librerie ... campa cavallo che l’erba la cresce. E se la vostra amatissima fatica letteraria non arriva nelle librerie, mi dite come fanno a comperarla?

Scheda dell'opera

Vendita on-line del mio romanzo

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